Oggi voglio condividere con voi il racconto di Stefania: un lungo diario di viaggio che parte da Roma alla scoperta delle Alpi Lombarde, dal Lago di Como alla vetta del Passo dello Stelvio, per poi viaggiare lungo i Passi Dolomitici più belli e fare ritorno a casa costeggiando il Lago di Garda. Tanti luoghi conosciuti da tutti i bikers e tanti altri invece nascosti, che si scoprono km dopo km.
Un ottimo spunto per chi vuole intraprendere un viaggio tra le bellezze del nostro paese, sia famose che sconosciute.
E io un po’ di appunti me li sono presi … Grazie Stefania e benvenuta.
Passo dopo passo alla scoperta delle Alpi Lombarde e dei Passi Dolomitici
Finalmente il momento tanto atteso è arrivato…il mio biker Danilo ed io partiamo per uno dei nostri viaggi in moto più “alti”: le Dolomiti e i passi dolomitici più belli. Ci attendono diverse migliaia di km per raggiungere e scoprire le Alpi Lombarde, i Passi Dolomitici e il Lago di Garda … e questo ci entusiasma.
La nostra avventura inizia da Roma e come prima tappa scegliamo Como ed il suo incantevole lago che “ispezioniamo” in ogni angolo più nascosto in sella alla nostra instancabile ed insostituibile GS1200ADV. Cernobbio, Moltrasio, Laglio e Argegno, sono solo alcune delle “perle” che incontriamo lungo la strada.
La mattina del 6 Agosto lasciamo Como direzione Livigno. Una fermata d’obbligo è alla Vetta della Sighignola, a Lanzo d’Intenvi (CO), dove ad attenderci c’è il magnifico “Balcone d’Italia” che offre una fantastica veduta di Italia e Svizzera. Da Campione d’Italia a Lugano, passando per l’omonimo lago, il nostro sguardo si perde di fronte a tanta bellezza.
Rimontiamo in sella e iniziamo ad assaporare i primi passi. Passando dalla Val Chiavenna nell’ordine incontriamo il Passo Maloja, Saint Moritz ed il Passo del Bernina. Qui breve sosta per foto di rito e si riparte. Ad accoglierci a Livigno troviamo la pioggia, ma non demordiamo: dopo esserci garantiti una confortevole sistemazione in hotel usciamo alla scoperta del paese con immancabile cena a base di pizzoccheri. Qui si respira un’aria particolare che non saprei definire, quasi lontana dalla realtà. Non so cosa sia, ma, trascorsa la notte, parto con la convinzione che in quei luoghi tornerò presto.
La giornata che ci si prospetta è tra le più attese del nostro tour. Semplicemente perché stiamo per raggiungere una delle vette più ambite dai bikers: il Passo dello Stelvio a cui giungiamo dal versante del Bormio: 21 km e 42 tornanti. Iniziamo a salire, curva dopo curva aumenta l’altitudine e sale l’eccitazione. Non sto più nella pelle sono emozionata e curiosa. Mentre saliamo cerco di fotografare con gli occhi e con la nostra fedele go pro, ogni angolo di strada, di roccia, ogni particolare stuzzica la mia curiosità. Finalmente arriviamo, siamo a 2760m slm. Lo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è indescrivibile. Rimango senza parole, intorno a noi c’è l’immensità…montagne, colori, odori e poi tantissime moto, motociclisti, ciclisti provenienti da ogni dove.
E poi guardo giù nella gola e vedo il “serpentone” di curve che ho sempre visto in foto e che sono diventate il simbolo dello Stelvio. Quelle curve erano lì sotto ai nostri occhi. Fantastico!
Guadagno nuovamente la mia privilegiata postazione di zavorrina e ripartiamo. Un’altra sfida ci attende: Passo Gavia.
La salita ci regala anche qui scenari mozzafiato in continuo mutamento. Dopo circa 45 km siamo sul Passo, 2652m slm. Foto a volontà e piccola sosta presso il rifugio Bonetta e via verso il Passo del Tonale.
La discesa dal Passo Gavia non è “dolce” come la salita. Infatti strade strette e, talvolta, senza parapetti mi fanno trattenere il respiro ma il panorama è da copertina sul National Geographic! Asfalto perfetto e pieghe rotonde ci accompagnano verso il Passo del Tonale che si dimostra essere all’altezza dei passi “espugnati” finora. La vista dal Tonale è da perdere il fiato. Impianti di risalita che si inerpicano tra le montagne che accolgono silenziose chiunque scelga di raggiungere la cima per godere appieno di quel fantastico regalo della natura. Decidiamo di consumare qui il nostro pranzetto.
La nostra giornata si conclude a Vermiglio (TN), un delizioso paesino immerso nel parco dell’Adamello. Il paese è semplice e carino caratterizzato da un ruscello, un parchetto dove passeggiare, ma soprattutto dalla cortesia della gente del posto, davvero ospitali. La sera a cena pianifichiamo le prossime “rotte”.
La scelta delle prossime mete ci porta alla scoperta di un posto che subito ci incuriosisce: le Piramidi di Segonzano (TN). Ovviamente non possiamo ignorare questa scoperta, anche perché si trova proprio sulla nostra strada, così l’indomani ci dirigiamo in Val di Cembra, dove ci sono le Piramidi. Si tratta di formazioni di terra ed altri materiali che si sono consolidati nel tempo fino a dar forma a questi “monumenti” che possono raggiungere anche un’altezza di 40mt.
Trascorriamo un paio d’ore circa all’interno del parco nel quale si trovano i tre gruppi di piramidi.
Terminata la visita il nostro itinerario ci porta verso Ziano di Fiemme, Predazzo, Bellamonte, Paneveggio e, dopo la serie di fantastiche curve della SS50, arriviamo a Passo Rolle. Qui abbiamo deciso di stabilire il nostro “campo base”. Abbiamo la fortuna di alloggiare in una camera con vista sulle Pale di San Martino, non avremmo potuto desiderare di meglio. Siamo immersi nella natura più pura.
La prima mattina al Passo Rolle ci svegliamo con una sveglia singolare, i campanacci delle mucche all’alpeggio! Quel suono avrebbe rappresentato la nostra sveglia anche per i giorni seguenti. Non so se mi sentissi più zavorrina o più Heidi!
Individuiamo nel Cimon Stube il posto in cui fare colazione quel giorno e nei giorni successivi. Un locale davvero accogliente dove ogni mattina tra una fetta di strudel ed una tazza di thè definiamo le tappe del nostro tour.
In quella giornata ci dirigiamo al Passo Giau, anch’esso tra i più visitati e belli delle Dolomiti e, quando siamo in cima, capisco il perché: decine, se non centinaia di bikers con moto che vanno dall’ultimo modello a pregiati pezzi d’epoca, da moto grandi come un monovolume a moto piccole come una bici, di tutte le marche e con su adesivi e bandiere che lasciano intuire paesi di provenienza molto molto lontani , e tutt’intorno un delirio di montagne a 360°.
Si ritorna “on the road” direzione Passo 3 Croci e quindi Cortina dove ci rilassiamo dopo una bella passeggiata lungo le sue affascinanti vie. Proseguiamo poi verso il lago di Misurina. Qui ci lasciamo incantare dai suoi colori. Le montagne e gli alberi di fondono con l’acqua del lago al punto da non riuscire a distinguere dove finiscano gli uni e dove inizi l’altro. Completano il paesaggio le 3 Cime di Lavaredo che, in maniera imponente, spiccano alle spalle del lago.
Poiché il tempo non promette nulla di buono cominciamo a fare rientro alla nostra dimora rinunciando così alla visita al lago di Braies che sarebbe stata la nostra prossima tappa. Nessun rimpianto, abbiamo una scusa per ritornare.
Sulla strada del ritorno troviamo un discreto acquazzone, ma la cosa non ci intimidisce e comunque ci dirigiamo verso il Passo Falzarego e Passo Pordoi che ci accoglie con caldi raggi di sole che fanno capolino tra le nuvole, molto suggestivo.Torniamo alla base e subito ci liberiamo dell’abbigliamento umido, cenetta e a dormire.
Il giorno seguente saliamo verso Passo San Pellegrino e raggiungiamo Passo Costalunga, la nostra meta è il Lago di Carezza che si trova nell’alta Val d’Ega. Assolutamente consigliata una visita ad una location fiabesca. Il lago è anche conosciuto come il lago dell’arcobaleno. Merito dei magnifici colori che si alternano nelle sue acque. Nel lago si specchia il Monte Latemar che si erge imponente come a volersi tuffare nelle sfumature di verde dell’acqua. La leggenda che avvolge questo posto lo rende davvero magico. La tentazione di rimanere a fissare quello spettacolo è forte, ma altra strada ci aspetta e risaliamo in sella.
Percorriamo le curve della SS41 in direzione Vigo di Fassa, quindi la SS48 che ci porterà dritto a Moena dove ci fermiamo per pranzo.
Il viaggio continua nel primo pomeriggio verso San Martino di Castrozza. Fantastiche le curve che ci separano dal paese. Terminiamo qui la serata.
L’ultimo giorno sulle Dolomiti lo dedichiamo alla Val Gardena che raggiungiamo attraverso il Passo Sella a cui si può accedere, nel periodo estivo, con delle limitazioni. Il Sassolungo, il gruppo del Sella, la Marmolada in lontananza fanno da cornice ad uno dei passi dolomitici più belli.
Ciò che subito ci colpisce è il gruppo di motociclisti che si affolla sotto il cartello del passo per rubare uno scatto, a testimonianza del proprio passaggio. Noi facciamo altrettanto, aspettiamo pazienti e facciamo la nostra foto, con acquisto dello sticker che va ad incrementare la nostra già ricca collezione. Anche il Sella lascia in noi una serie di magnifiche sensazioni.
Si risale a bordo e ci lasciamo guidare dai tornanti che ci portano verso il Passo Lavaze’ e qui facciamo una fantastica scoperta: la malga Daiano da Nello. Ci accoglie Nello in persona. Che dire? Personaggio stravagante, ma di una simpatia unica. Fermarsi è d’obbligo per chi passa da queste parti. Degustiamo prodotti rigorosamente locali. Facciamo indigestione del panorama che ci circonda, ma il tempo passa ed è già ora di rientrare.
Abbiamo ancora qualche giorno di vacanza da goderci e lo facciamo rimanendo in Trentino, ma in direzione lago di Garda, per la precisione Tenno, Varone, con le sue fantastiche cascate, Riva del Garda e quindi sconfiniamo in Lombardia perché una visita, Limone sul Garda, la merita. La nostra posizione strategica ci consente di fare un tour anche verso Andalo, Molveno ed il suo lago e Madonna di Campiglio passando naturalmente dal Passo Carlo Magno.
Da buoni bikers però non possiamo lasciarci sfuggire la famosa Strada della Forra. Questa costeggia il lungo lago fino ad arrivare a Tremosine (BS) per un tragitto di circa 6 km lungo i quali si percorre una strada molto stretta incastonata nella montagna e caratterizzata da una serie di piccole gallerie. Il transito lungo la strada della Forra è consentito in senso unico alternato gestito da semafori il che ci permette un’andatura ottimale per gustare appieno lo scenario che ci regala questo affascinante luogo. Ci viene anche consigliato di visitare la terrazza del brivido. Quando siamo li capiamo l’origine del nome: la terrazza si affaccia a strapiombo sul lago di Garda, un panorama credo unico ed indescrivibile.
La nostra vacanza, iniziata sulla riva del Lago di Como, termina qui, sulle rive del Lago di Garda passando per le mitiche, spettacolari, uniche, affascinanti Alpi italiane.
Io e Danilo ci guardiamo negli occhi e condividiamo lo stesso pensiero: quale sarà la nostra prossima meta?!?!?
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