Oggi andiamo in Croazia con la nostra amica Guendalina, che ci racconta il suo viaggio alla scoperta di posti meravigliosi e ancora un po’ sconosciuti. Un viaggio ricco di emozioni e di tanti ricordi (per me) in un paese tutto da scoprire.
E con l’occasione ti facciamo tanti auguri di Buon Compleanno !!
Dopo tanta attesa il 6 agosto 2018 inizia una nuova avventura su due ruote per me e il mio biker Andrea. Salgo in sella al BMW R 1200 GS e insieme a un’altra coppia di motociclisti ci prefiggiamo come meta vacanziera la Croazia e 3300 km da percorrere.
Partiamo all’alba da Torino e raggiungiamo a mezzogiorno il Castello di Soave, arroccato su una dolce collina che svetta sulla pianura veronese. Nel pomeriggio visitiamo Padova e di sera, dopo una buona pizza, Bassano del Grappa. Qui m’innamoro del Ponte Vecchio e della sua storia. Coperto e costruito interamente in legno, è dedicato alla memoria di migliaia di soldati (in particolare i reparti alpini) che durante la prima guerra mondiale, attraverso il ponte, salivano sull’altopiano dei Sette Comuni. Il ponte fu poi raso al suolo per la terza volta nel 1945. Dato che molti addetti alla ricostruzione del ponte erano reduci di
guerra appartenenti al Corpo degli Alpini e portavano il tipico cappello con la penna durante i lavori, nacque la leggenda che furono gli Alpini a rimetterlo in sesto (da qui il soprannome di Ponte degli Alpini).
Il 7 agosto, dopo 330 km, arriviamo in Croazia (alla dogana ci richiedono le carte d’identità, ma non sono troppo fiscali e la coda scorre veloce) e precisamente a Punat. Durante questo tragitto incontriamo colline in parte rocciose sulle quali crescono bellissimi olivi. La città di Punat si trova in una baia nella parte sudoccidentale dell’isola di Krk collegata alla penisola croata tramite un ponte. Punat ha strade strette che collegano casette residenziali e tipiche trattorie e ristoranti che presentano ottimi piatti di pesce senza chiedere troppe kune (moneta locale). Questa città offre anche una grande marina che ospita diverse imbarcazioni e regala ottime fotografie da scattare al tramonto.
Il giorno dopo restiamo sull’isola e con la moto raggiungiamo la spiaggia di Stara Baska in una baia circondata da colline. Lungo il percorso mi godo il panorama dal bolide, facciamo qualche curva stretta e svariate salite e discese, il paesaggio sembra lunare, brullo e scosceso per centinaia di metri.
Il mattino seguente percorriamo 380 km caratterizzati da cipressi, fichi e vigneti per raggiungere Spalato dove carichiamo i nostri adorati mezzi sul nostro primo traghetto croato. La tratta è “Split-Supetar” e paghiamo circa 20 Euro per due persone e una moto (il biglietto si può fare in loco il giorno stesso). Sul traghetto la mia mente ripercorre le immagini bellissime catturate dagli occhi in viaggio: l’azzurro brillante del mare, il verde rigoglioso dei pini e degli olivi e il bianco candido della pietra … O forse è solo fame … Pranziamo sul traghetto con dei miseri panini e sbarchiamo dopo circa un’ora sulla bellissima Isola di Brazza. Merita più giorni e passeggiando sulla romantica promenade nella pineta ci infatuiamo del panorama. Decidiamo di cenare fuori e così festeggio alla grande 29 anni in riva al mare. Ci si avvicina alla notte di San Lorenzo e la voglia di restare a dormire in spiaggia è molta così camminiamo fino a raggiungere il famoso e gettonatissimo Corno d’Oro e ci stendiamo a guardare le stelle sperando di vederne qualcuna cadente. Questa spiaggia adriatica si trova a Bol, sulla costa meridionale dell’isola di Brazza. Un mare azzurro e limpido circonda la punta ghiaiosa lunga quasi mezzo chilometro e in parte coperta da un verde bosco, una protezione naturale dal sole intenso.
L’indomani decidiamo di arenarci H24 sulla spiaggia, ma verso mezzogiorno si alza il vento e il mare si popola di windsurf e kitesurf. Noi siamo meno sportivi e preferiamo procurarci qualche livido su una piattaforma galleggiante. Per un attimo mi sento tornare indietro ai tempi di Mai dire Banzai e capisco gli effetti collaterali dei miei quasi 30 anni. Dopo mille risate e altrettante cadute ci accorgiamo del sole che lentamente cala e del nostro ritardo fotonico per raggiungere Sumartin e prendere nuovamente il traghetto in direzione Makarska. Prendiamo anche questo traghetto al volo e sopra al mezzo marino conosciamo altri bikers di Milano con i quali condividiamo pensieri e storie di viaggi. Arriviamo in serata a Makarska e ci rendiamo conto che è bellissima, piena di vita. Un sacco di velieri attraccati al porto che fungono da locale/ristorante e un profumino di pesce che ci squarcia lo stomaco.
Così arrivati nell’appartamentino meraviglioso, divoriamo subito un piatto di pasta .
Il giorno dopo ci dispiace lasciare questo luogo quasi magico, ma sappiamo che la prossima meta merita la sveglia all’alba e i km al caldo. La nostra ultima città al Sud è Dubrovnik, ciliegina sulla torta! Il centro storico (pedonale) è diviso a metà da un lungo stradone lastricato (detto appunto “Stradún”) che termina in prossimità del porto e lungo il quale si affacciano i palazzi più affascinanti della città. Qui apprezziamo l’influenza veneziana, il gotico, il barocco, le mura antiche e il mare cristallino. Il panorama dalle mura toglie il fiato e permette di ammirare l’Isola di Lacroma.
Io da fan sfegatata della serie tv Trono di Spade non capisco più nulla e mi sento subito Daenerys. Le riprese dell’Approdo del Re sono avvenute in Croazia, precisamente a Dubrovnik e Lacroma, Stradun è stata luogo di una delle scene più memorabili: il cammino della vergogna imposto a Cersei come penitenza (momento di goduria per me che supporto la Regina dei Draghi).
Il 12 agosto cambiamo direzione e torniamo verso il Nord fermandoci a Trogir, su una piccola isola, collegata alla costa adriatica centrale tramite dei ponti. La giriamo a piedi in versione by night, le illuminazioni risaltano la bellezza di questa città in pietra piena di vicoletti affascinanti.
La nostra penultima meta croata è Zara, sulla costa della Dalmazia: è rinomata per le rovine romane e veneziane che fanno parte del suo centro storico. Passeggiando sul lungomare sento una melodia particolare (… le sirene esistono?) È l’Organo Marino: la sinfonia è creata dalle onde, la magia è opera dell’architetto Nikola Basic. 35 canne, nascoste sotto i gradoni bianchi che scendono verso il mare, vibrano grazie all’aria spinta dalle onde e il suono fuoriesce attraverso le aperture della pavimentazione.
In serata riprendiamo la strada e facciamo i migliori 120 km allontanandoci dalla costa ed entrando in un paesaggio completamente diverso per giungere a Plitvice. C’è molta più vegetazione, un territorio di fitte foreste, ricco di corsi d’acqua e i gradi finalmente scendono. Andiamo alla ricerca del famoso “maialino cotto allo spiedo”, ma purtroppo finiamo nel ristorante sbagliato e il maialino arriva freddo e poco saporito.
Il giorno dopo concludiamo in bellezza il nostro percorso in Croazia con la visita ai Laghi di Plitvice, patrimonio Unesco. Il parco apre già alle 7.00, la coda c’è ed è bella lunga, ma per fortuna molto scorrevole. Nel parco è possibile spostarsi a piedi, in bici, con la barca o con un trenino (non uscite dal percorso tracciato o incorrerete in una sorta di “guardia forestale” pronta a scattarvi una foto e a multarvi).
A Ferragosto dobbiamo dire addio alla Croazia, saltiamo in sella, passiamo il confine croato e poi quello sloveno e alla fine arriviamo in Friuli. All’agriturismo scelto riceviamo un’ottima accoglienza e mangiamo una pizza con i proprietari come se fossimo una grande famiglia. Ci aspetta l’ultimo giorno di vacanza e Andrea ed io cerchiamo di allungarlo il più possibile come se potesse durare più di 24 ore, così scegliamo di visitare la Diga del Vajont e di passare per le Dolomiti.
Che paesaggi! Ad ogni passo un adesivo in più sui bauletti della nostra “muccona”.
Finalmente curve e temperature fresche … una vera gioia, soprattutto per me che dopo km e km di piattoni rischio sempre di addormentarmi, invece in curva mi piace assecondare le pieghe. Dopo aver visto il Lago di Misurina, le Tre Cime di Lavaredo, il Passo Pordoi, il Passo Falzarego e il Passo Sella, molto soddisfatti e carichi di adrenalina, giungiamo all’ultima location per il pernottamento nei pressi del Lago di Garda. Dovendo riprendere tutte le calorie perse tra km a
piedi e su due ruote, ci sfondiamo a un sushi All you can eat (abbiamo la stessa forma dei pneumatici all’uscita dal locale).
La sera mi addormento pensando che vorrei già ripartire per un altro viaggio perché ogni volta mi piace più della volta prima. Gli occhi si riempiono d’immagini e momenti che il cuore non dimenticherà. E ogni volta l’esperienza da zavorrina si fa più bella e aumenta la stima e la fiducia nei confronti del mio pilota sempre attento e dai riflessi pronti.
Si torna a Torino fantasticando sulla prossima avventura.
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