Eccomi Zavorrine,
oggi vi racconto un giro che consiglio a tutti gli amanti della montagna (in moto si intende) per scoprire la bellezza del percorso e del paesaggio. È una meta quasi d’obbligo per i bikers che si vogliono divertire percorrendo emozionanti tornanti. Sto parlando del Passo dello Spluga, sul confine tra Italia e Svizzera, con una lunghezza di circa 39 km in totale, da Chiavenna a Splugen… 72 tornanti di puro divertimento.
Il nostro punto d’incontro non cambia mai, al Bar della Tettona per caffè e pieno di benzina. Qui ci raggiungono amici sempre diversi, e questa volta si sono uniti, Mandrake nostro fedele compagno di avventure, il suo amico Roberto detto “il Carletti”, Ezio e la sua zavorrina Gabry …
Parola d’ordine: culetto in sella e via!
Prendiamo subito la direzione per Lecco e decidiamo di percorrere la vecchia strada Regina, una strada tutta curve destra e sinistra che costeggia il Lago di Como, regalando alla vista un dolce paesaggio, fino a Colico, cittadella piena di turisti e weekend-isti che vogliono godersi il sole dopo giorni di pioggia.
Arriviamo a Chiavenna, per una sosta con aperitivo al BAR DEL POVERO DIAVOLO, prima di percorrere il tragitto che ci porterà in vetta al Passo dello Spluga, circa 30 km, un tratto breve… ma attenzione…ho detto breve, e non noioso, anzi tutt’altro!!!
La strada che porta fino a Madesimo passa fra i paesini di montagna, non si può correre molto, ma da lì in poi inizia il divertimento. Il percorso è un susseguirsi continuo di tornanti e gallerie artificiali, scavate nella roccia, a volte buie e molto strette. Ma all’uscita dall’ultima galleria lo spettacolo è stupendo: le montagne sullo sfondo e il lago che riflette le cime innevate con i prati ancora coperti di neve Uno spettacolo bellissimo che fa venire la pelle d’oca, in tutti i sensi, visto che siamo quasi in cima e ci sono solo 5 gradi (forse non vi ho detto che eravamo partiti con 22 gradi) Parcheggiamo le moto ed entriamo al ristorante “Vittoria”, che in passato si chiamava “Cà de la Montagna” perché, come ho scoperto, ospitava i viandanti durante le tempeste di neve per non farli morire congelati. Qui ci scaldiamo, con la stufa a legna ancora accesa, e pranziamo con degli squisiti pizzoccheri ed altri piatti tipici locali, e vista l’ora non ancora tarda, decidiamo di proseguire fino alla cima.
Gli ultimi chilometri prima di arrivare al confine Italia- Svizzera, ci regalano una temperatura ancora più difficile, e quando arriviamo in cima siamo di sicuro sotto zero. Aimè siamo riusciti solo a scendere dalle moto infreddoliti, una fugace foto ricordo, il tempo per mettere i sopra-guanti e poi come dei temerari, decidiamo comunque di scendere in territorio svizzero fino a Splugen.
La strada che scende dalla vetta italiana ed entra in territorio svizzero è ancora più bella di quella della salita, le strade sono perfettamente asfaltate, il panorama è delizioso, come fosse un quadro…
Riprendiamo nel tardo pomeriggio la strada che porta verso casa, felice di aver conosciuto una nuova zavorrina, Gabry, con cui ho chiacchierato per tutto il tempo, di aver passato una giornata con amici squisiti, di aver vissuto una giornata da zavorrina, sempre con il mio biker, di essere stata quasi congelata dal freddo, ma subito pronta a salire in sella, per vivere e poter raccontare un’altra avventura.
Perché essere una zavorrina non significa essere un semplice passeggero, ma è uno stile di vita!
Dietro me nessuno mai!
A presto. Un Bacio
Miss Rodeo
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